Ode per un brigante

Schena editore – anno 2004
collana Polimnia, con prefazione di Raffaele Nigro e Saggio critico di Pietro Magno
Vincitore del Premio Cosenza

Un poema denso e convincente, un poema malinconico intorno all’uomo, come scrive Raffaele Nigro, poema storico ma innervato dalla visione umanizzante dell’autore.
E ancora scrive Nigro Michele Campione aveva e continua ad avere un conto aperto con i briganti. Soprattutto se chiamati in causa come metafora del mondo contadino. I briganti sono i suoi contadini… In questa Ode per un brigante, poemetto epico e storico, tornano ancora una colta gli abitatori dei boschi e delle campagne. Briganti che prima sono i contadini meridionali in armi, poi diventano tutta l’Italia proletaria…Epica e realismo si alternano e si combinano, si fanno racconto ini versi

Motivazione della giuria del Premio Cosenza edizione 1991

La composizione è degna di positiva considerazione non solo per i valori letterari e poetici ma anche per l’intensa, lirica trasposizione di valori antropologici profondamente radicati nelle popolazioni meridionali, quali l’ansia di riscatto sociale,la salvaguardia della propria identità,il rispetto dell’universo femminile.
L’ode rievoca un momento tormentato della storia meridionale,quando repressione,devianza, ambiguità si mescolano con autentiche aspirazioni di rispetto dell’umanità ferita col desiderio di tutela o di conquista di beni primordiali quali la terra, il pane, il focolare domestico oltre una visione angustamente individualistica. I1 tutto viene riscattato liricamente nella composizione poetica originale nello stile rapido e conciso, secco e martellante.
La parola serve dunque a coinvolgere il lettore e a consegnargli un messaggio di speranza inserendosi nel filone letterario della protesta sociale del Sud.

(La giuria, presieduta dal Rettore della Uníversità Cattolica di Milano professor Bausola, era composta dai rettori delle Università di Cosenza, professor Frega, di Messina e della Basilicata, dal professor Lombardí Satriani, per la Sapienza di Roma, dal prof. Giorgio Otranto per l’Università di Bari, e dal Vescovo di Rossano.)

INCIPIT

Per la morte di ogni uomo,
limo che ispessisce i fondali
degli oceani.
Compiutamente. Secondo la logica
della storia.
Al di sopra del destino
di salvezza di quanti vengono al mondo.
Ogni attimo.
E muoiono. Ogni momento.
Nelle foreste, nelle città. Nei villaggi.
Disadattati, irosi, schiacciati
dalle iniquità e dalle ingiustizie.
Da sempre nelle viscere della mia terra
squarciata da antiche memorie.
Al riparo inutile dei muri a secco
sommersi dai pampini. Grigie argento
le cime degli ulivi a mezzogiorno.
Ultimo sguardo.
Rivoluzione. Incendi e morte.
Giustizia e morte.
Quante croci per un pugno di terra.